Sabato 18 settembre, alle ore 17,00, è stata inaugurata nella suggestiva cornice delle Carceri Basse di Castel
dell’Ovo la manifestazione artperformingfestival®, ideata dal
curatore Gianni Nappa ed organizzata e promossa dall’Associazione artperformingfestival®, di cui Nappa è
Presidente, e dalla GlobalStrategies S.r.l.
La rassegna è patrocinata dalla Regione
Campania e dal Comune di Napoli e realizzata in collaborazione con il Comune di Napoli, l’Assessorato alla Cultura e al Turismo
e l’Assessorato alle Politiche Sociali,
diretti rispettivamente da Annamaria Palmieri e Donatella Chiodo.
La VI
edizione della manifestazione è stata suddivisa in due tappe, di cui la prima
si è tenuta a Procida, Capitale italiana della Cultura 2022, presso Palazzo
d’Avalos, edificio dominante della Terra Murata, costruito nel ‘500 e
trasformato in carcere nel 1830.
L’ambientazione di artperformingfestival®
in due carceri vuole simboleggiare la mancanza di libertà alla
quale i cittadini del mondo intero sono stati sottoposti a causa della
pandemia, in linea con la scelta del tema “UMANITÀ – Il Mondo che verrà”,
che risponde all’esigenza di dare ascolto all’urlo in difesa dei diritti umani
che si è levato in tutto il mondo e di affrontare in maniera concreta i
problemi più rilevanti per le generazioni future.
Da sei anni artperformingfestival® è presente come proposta
indipendente, con la volontà di scegliere gli artisti in base all’attualità dei
linguaggi ed alle sperimentazioni che conducono ad una migliore comprensione
del mondo che verrà, con la scelta di tematiche legate alla situazione globale culturale,
sociale ed ambientale, con la
partecipazione delle energie creative e di quanti credono ancora e sempre nelle
capacità dell’arte di smuovere le coscienze assopite della collettività che,
oramai ripiegata su problemi di sussistenza, non crede più nella possibilità di
essere protagonista di un cambiamento necessario per il futuro dell’umanità.
Durante l'emergenza Coronavirus si è verificata una vera e
propria “pandemia di violazioni dei diritti umani" come ha denunciato il
Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in un intervento
scritto per “The Guardian”. "Gli abusi - ha aggiunto Guterres - hanno
prosperato perché la povertà, la discriminazione, la distruzione del nostro
ambiente naturale e altri fallimenti nell’ambito dei diritti umani hanno creato
enormi fragilità nelle nostre società”.
Il Climate clock, installato sulla facciata del Ministero della
Transizione ecologica a Roma, ci ricorda intanto che abbiamo meno di sette anni
per agire affinché l’aumento della temperatura media globale non superi 1,5°
come auspicato dall’Accordo di Parigi del 2015.
Tali dati potranno variare a
seconda delle azioni che saranno intraprese da governi, aziende e cittadini.
A tal proposito, poiché la nostra Costituzione non riconosce
esplicitamente la tutela dell’ambiente come diritto fondamentale dell’individuo
e interesse della collettività, la Corte costituzionale ha presentato un
disegno di legge per modificare l’articolo 9 della Costituzione aggiungendo un
terzo comma, dal seguente tenore: «La Repubblica tutela l’ambiente e
l’ecosistema, protegge le biodiversità e gli animali, promuove lo sviluppo
sostenibile, anche nell’interesse delle future generazioni».